La Nature House One è la prima delle tre tipologie proposte per l’edificazione del distretto omonimo. | Il design interno della Nature House One è conforme anche esso alla filosofia complessiva del progetto. |
Il legno del tavolo di Agathis australis (Kauri), un materiale tanto antico quanto innovativo, (un legno fossile, mantenuto in uno stato di conservazione perfetta grazie al particolare fango che lo ha conservato nel sottosuolo in assenza di ossigeno, per circa 50000 anni) ci arriva a noi dall’epoca preistorica.
Al di là dei vari passaggi esecutivi teorici, che (per fortuna) ad oggi vengono divulgati in rete da coloro che capiscono l’importanza di questa tecnica, possiamo annoverare le principali difficoltà esecutive, che non sono di facile studio ma sormontabili solo dopo tanta pratica, riassumibili in due problematiche: |
A differenza di Goethe, oltretutto Le Corbusier, per portare avanti la sua battaglia ideologica, appoggiava le sue teorie su basi antiscientifiche ed usava la scienza in modo improprio, confondendola spesso con il suo prodotto, “la tecnologia”. |
*** Appendice ***
Dati statistici sostengono che un italiano su quattro non riesce a prestare attenzione ad una lettura di più di quattro righe e sappiamo che la metà dei 3/4 che continua a leggere, interrompe la lettura prima della fine; ciò nonostante per tutti coloro che riescono ad arrivare fino a questo punto a leggere questa piccola appendice, (forse interessati dai temi trattati e non annoiati dal nostro stile di scrittura a volte troppo discorsivo), ribadiamo che questo Dahlia's Journal non è considerato da noi stessi un blog divulgativo, non avendo noi né le competenze né la presunzione di insegnare qualcosa a qualcuno.
Da considerare più come un diario pubblico in cui decidiamo di appuntare periodicamente alcune teorie e piccole informazioni artistiche, estrapolate dai nostri diari privati, con l’unico fine di agevolare la nostra missione e al massimo risultare utile a qualcuno che sappia coglierle.
Con la speranza che lo si legga nella giusta maniera e non si rechi offesa a nessuno mai!
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Nature House One è la prima delle tre tipologie proposte per l’edificazione del distretto omonimo. |
L'idea architettonica infatti sfrutta il particolare design di fusione per innescare la componente naturalistica biofilica(*), elemento essenziale dello stile progettuale del Dahlia studios. Sfruttare quindi dei principi consolidati, ma spesso trascurati dagli architetti, diventa nel progetto delle Nature Houses un valore aggiunto, oltre che essere un metodo per incastonare in maniera soave, l'artefatto architettonico con il delizioso ambiente naturale dell'area di progetto.
Le principali scelte progettuali sono ricadute essenzialmente su:
Un calcolo molto accurato delle incidenze solari che hanno permesso di calcolare gli aggetti delle falde per fornire automaticamente delle zone ombreggiate nei giorni estivi e/o nelle ore in cui il sole è alto.
Viceversa questo sistema consentirebbe l’ingresso della luce solare all’interno dell’abitazione, quando la radiazione luminosa del sole è bassa (ore mattutine, ore preserali, giornate invernali) generando assieme alle vetrate un effetto serra volontario, che riscalderebbe gli ambienti interni della casa. La disposizione di un “Serbatoio Elio- Eolico” sperimentale, che ingloba la scalinata degli ingressi dal piano semi-interrato, che sfrutterebbe nelle giornate fredde la radiazione solare, per surriscaldarsi e tramite bocchette di aerazione condurre il calore all’interno delle unità immobiliari (zona notte).
Nelle giornate calde invece, questo serbatoio viene dischiuso tramite aperture meccanicizzate, nei lati nord e sud, permettendo alla vigorosa ventilazione naturale settentrionale, tipica della location, di attraversare il Serbatoio Elio-Eolico, il patio aperto e la casa stessa, quindi di raffrescare l’intero dell’abitazione. [vedi allegati grafici]. Un patio centrale all’edificio che permetterebbe un miglior funzionamento del Serbatoio E-E, e a livello emozionale un giusto apporto della suddetta componente Biofilica, fondamentale per un lieto godimento della casa. L’intero progetto può sfruttare le migliori tecnologie oggi disponibili, dalla domotica, al pavimento riscaldato,l’impianto geotermico, vetri auto-oscuranti a comando e tant’ altro.
La Nature House One è un progetto unico nel suo genere, poiché sfrutta tecniche e tecnologie consolidate e introduce il sistema del Serbatoio E-E (sperimentale, proposto dal Dahlia Studios) che è assolutamente riservato e calcolato per operare nel luogo ospitante la Nature House One.
(*): Edward Osborne Wilson rileva empiricamente nell'essere umano la "tendenza innata a concentrare l'attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda e in alcune circostanze, ad affiliarvisi emotivamente"
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Per il restyling della Hall del Green Hotel, il Dahlia studio ha posto il focus progettuale principalmente su un miglioramento degli spazi e su un mitigazione della pesantezza cromatica preesistente, oltre che al mantenimento di una conformità stilistica con il design delle nuove camere (vedi Green Hotel vol.1). |
La variazione principale del nuovo interior design è affidata al blocco bancone, che viene restylizzato, senza però essere smantellato completamente, mantenendo quindi bassi i costi di trasformazione.
La forma preesistente irregolare, viene rettificata tramite pannelli compositi.
Il materiale principale dei suddetti pannelli è il corten forato con taglio laser, generante figure stilizzate che riecheggiano sagome naturalistiche.
La lastra principale in corten, fa da struttura portante al pannello retrostante in policarbonato bianco connesso ad esso, che combinato con l’illuminazione retrostante, dà luce ai tagli e alle sagome disegnate.
La forma del nuovo bancone che regolarizza l’andamento scostante di quello preesistente, genera interstizi che vengono riempiti da vasi removibili, ospitanti la specie arborea dell’Acer palmatum dissectum virdis, particolarmente indicata sia per il colore e la forma elegante delle sue foglie, sia per le sue caratteristiche vitali.
Il corten viene preferito rispetto ad altri materiali, sia per le sue doti tecniche, vista la sua capacità di auto-proteggersi dalla corrosione elettrochimica mediante la formazione di una patina superficiale compatta, sia per la sua particolare cromia che ricorda i tronchi degli alberi.
Il verde risulta quindi un colore che in questa conformazione progettuale è riservato esclusivamente alle piante adornanti il bancone; il resto della sala è riservato principalmente al colore bianco equilibrato da accessori neri e dal bancone, come già detto, di colore bruno.
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Il Dahlia studio per il restyling del Green Hotel, ha focalizzato la sua attenzione sul miglioramento della funzionalità e sulla comodità degli ambienti oggetto di intervento. |
In fondo al letto è posta una piccola postazione multifunzionale, la cui forma si adatta alla struttura del blocco letto-testata. Questa disposizione è fondamentale per una migliore funzionalità della camera, soprattutto da parte di clienti target, come manager, agenti di commercio e professionisti, che potrebbero usufruire e trasformare la zona in questione, in una provvisoria e comoda postazione di lavoro.
Adiacente alla parete del bagno, è posto un armadio minimalista e funzionale ed adiacente ad esso è collocato un mobile ospitante il mini-bar, che risulta sfruttabile, nella sua parte superiore, come un comodo appoggia valige.
L’arredo si compone anche di un paio di sedute, di facile movimento, che conferiscono, insieme al tavolino, una buona mutabilità nella disposizione e un uso personalizzato delle stesse, da parte del cliente.
Tramite questa disposizione, la parete attigua all’ingresso resterebbe libera e comodamente transitabile, sia da parte dei clienti ma anche dagli inservienti dell’hotel.
Questa parete essendo sgombra, ospita la televisione e un’illuminazione soffusa, tramite led che generano luce indiretta, che dona una sensazione riposante all’ambiente.
Gli accordi cromatici e i materiali sono stati progettati per creare un forte legame con l’ambiente naturale esterno. Da una parte si è usato un legno nobilitato wengè scuro (sull’interno della testata), e una pelle della stessa tonalità per le sedute, che riservasse profondità, carattere e corposità all’ambiente. Il secondo colore caratterizzante il design, posto sull’esterno della testata e sugli altri mobili (tavolo, armadio e minibar)è il grigio tè verde scuro. Il resto delle pareti sono assegnati al bianco, che riporterebbe luce e freschezza all’accordo tricromatico.
Questa disposizione e il progetto dei colori da adottare è stato determinato anche dalla richiesta della committenza di mantenere l’attuale assetto strutturale della camera e contenere i costi di realizzazione.
Il nuovo design infatti si impegna a mantenere e valorizzare l’attuale disposizione architettonica, la pavimentazione (moquette color marrone scuro) e il serramento presente.
Oltretutto la scelta di utilizzare una testata compatta, stile boiserie, è sorta per eliminare azioni invasive nell’impianto elettrico (esempio tracce per un riadattamento dell’impianto di illuminazione), quindi celandolo dietro alle boiserie, il risultato è una riduzione notevole dei costi di realizzazione, mantenendo però un assetto, elegante e confortevole.
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Come ciuffi d’erba a Leimert Park, siamo fermi da quasi un secolo vegliando accidiosi sulla carcassa mefitica di quel che resta della Dahlia riconciliatrice di tutte le arti…
L’Architettura dopo un secolo di stasi dogmatica, ripetitiva e meccanica, standardizzata, industrializzata, senza più una minima traccia di arte nelle vene e privata totalmente di uno spirito edonistico, come la Dahlia che grida giustizia, vuole degna sepoltura, vuole risorgere!
La sua anima chiede vendetta verso coloro che con occhiali tondi, sigari fumanti in bocca ed ego da star, seppero cavalcare come delle perfette valchirie, i prodotti più arditi dall’industria, generando il vero ed unico paradigma del XX sec.
Il suo spirito commisera coloro che autodefinendosi iconoclasti , dopo un secolo, continuano a martoriarla, preferendo un modello stilistico tanto sovversivo quanto dannoso, passato e fuori moda.
Johnsoniani, Lecorbuseriani, progettano, copiano e poi rinnegano i loro padri, i loro idoli, cercando di distaccarsi finalmente da essi, senza però il supporto delle idee e soprattutto del buonsenso, con la pervicacia di chi non impara la lezione dal passato.
Le Gabbie culturali sono servite, sono ben salde, le abitiamo credendole loft graziosamente arredati, puri, liliali … e BIANCHI! |
La Dahlia non sarà più industria, la Dahlia non sarà più standardizzazione ed espressione dell’egotismo dell’ideatore… |
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