DAHLIA studios
DAHLIA studios
  • Home
  • The DAHLIA's JOURNAL©
  • Studio
    • Team
    • Press
    • Award
  • * VIRTUAL REALITY *
  • [ ARCHITECTURE ]
  • [ LANDSCAPE ]
  • [ INTERIOR DESIGN ]
  • Contacts

The dahlia's
​jo​urnal
©

Grasso su Magro

6/29/2016

0 Comments

 

La tecnica pittorica del grasso su magro, è una tecnica che trova la sua applicazione nella pittura ad olio.
Per adesso non ci soffermeremo su i vari tipi di diluenti da utilizzare nelle diverse situazioni.
Precisiamo solamente che in generale i diluenti usati nella pittura ad olio possono avere un diverso grado di grassezza e magrezza.
Possiamo prendere come esempio di diluente grasso, l’olio di lino; mentre possiamo considerare magra l’acqua ragia e la trementina.
Questa distinzione implica logicamente che non si può e non si deve dipingere un’opera ad olio con un solo ed unico diluente.
Considerando quindi il fatto che un quadro ad olio necessita di differenti sedute (velature), vien da sé che le prime sessioni di abbozzo verranno sviluppate con un diluente magro mentre le ultime verranno allignate con uno più grasso.

Noi consigliamo sempre di abbozzare l’opera con un diluente molto magro, l’acquaragia.
Questo permetterebbe di avere dei tempi di asciugatura molto più rapidi di una velatura realizzata per esempio con diluente grasso, e ci consentirebbe anche di imprimere il colore della bozza in modo più incisivo all’imprimitura della tela.
Preferiamo come diluente magro la semplice acquaragia rispetto alla trementina perché quest’ultima ha un odore molto forte e mischiata con altri diluenti può risultare addirittura tossica.

Una volta che la nostra opera è stata abbozzata con sola acquaragia, si procede alle successive velature che via via andranno a perfezionare i valori di chiaro scuro e cromatici.
Queste velature dovranno essere sviluppate con una miscela diluente sempre differente.
Le prime sessioni necessiteranno di una miscela molto magra, quindi un mix di acquaragia ed olio di lino, dove l’olio avrebbe una percentuale molto inferiore all’acquaragia.
Con il susseguirsi delle velature il mix di diluenti dovrà via via sempre più ingrassarsi, quindi l’olio di lino (grasso) dovrà sempre più guadagnare una percentuale maggiore nella miscela a discapito dell’acquaragia (magra).

Picture

L’ultima velatura potrebbe essere realizzata con olio di lino puro, che donerebbe all’opera una notevole lucentezza cromatica e una maturità volumetrica.

Ci sono situazioni in cui un’opera d’arte ad olio può essere realizzata con sole due sessioni.
In questo caso la prima (underpainting) si dovrebbe realizzare con diluente magro, volendo solo acquaragia o trementina, mentre la seconda ed ultima velatura si dovrebbe operare con olio di lino puro.

I differenti diluenti che possono essere utilizzati e catalogati come magri o grassi sono esposti in una differente sezione (Arte – Materiali).


​RIPRODUZIONE RISERVATA
Dahlia's Journal_©Copyright 2016 - All Rights Reserve

0 Comments

*** BREAKING NEWS ***  The Pearl in the Flat (Interior Design)

6/23/2016

1 Comment

 

Scopri il nuovo restyling della zona giorno, dei bagni e della cucina, ideato dal Dahlia Studios per un appartamento privato.

Picture
click to show the project

​
​RIPRODUZIONE RISERVATA

Dahlia's Journal_©Copyright 2016 - All Rights Reserved

1 Comment

Pigmenti di Sintesi_ VERDIGRIS

6/21/2016

0 Comments

 

Acetato di Rame -  Cu(CH3COO)2 * 2H2O 

Di origine minerale e sintetica, era già conosciuto dagli Egizi, dei Greci e dei Romani. Aerugo e Aeruca in latino è la ruggine del rame. E' un acetato neutro di rame che si ottiene infatti esponendo delle lastre di rame a dei vapori di aceto. E' poco solubile in acqua ma solubile in acidi, si altera in alcali.

Ha uno scarso potere coprente. Come suo equivalente si può utilizzare il verde di montagna. Stabile alla luce ma si altera con i pigmenti a base di zolfo.
Si può utilizzare nella tempera e nell'olio. Sconsigliato per l'affresco e l'encausto.

Sinonimi: Cristalli di Venere, Verde di Grecia, Verdetto Cristallizzato, Verde Eterno
Inglese: Verdigris 
Nomi Antichi: Aerugo, Aeruca, Viride Ranum

***(((Informazioni sui materiali in continuo AGGIORNAMENTO)))***



RIPRODUZIONE RISERVATA
Dahlia's Journal_©Copyright 2016 - All Rights Reserve

Picture
0 Comments

Opera: STILL LIFE N°1

6/17/2016

0 Comments

 

Tecnica: Olio su tela
Ubicazione: Collezione Privata
Dimensioni: 70,00 cm x 50,00 cm
Anno: 2012

Picture

Critica: - Prossimamente -
​
RIPRODUZIONE RISERVATA
Dahlia's Journal_©Copyright 2016 - All Rights Reserved
​​

0 Comments

Pigmenti Minerali _ GRAFITE

6/13/2016

0 Comments

 

Carbonio in forma cristallina  - C +

E' un pigmento di origine inorganica, naturale e minerale ,conosciuto dal medioevo.
La grafite è un minerale composto da carbonio in forma cristallina, silice, ossido di ferro, calce, ecc.., che viene estratto e quindi macinato, purificato e lavato.

Picture

La grafite viene utilizzata per produrre refrattari, lubrificanti, coloranti ed elettrodi
Veniva usata anche nei reattori nucleari , sotto forma di barre per assorbire le radiazioni emesse dalle barre sovrastanti (generalmente di plutonio)

E' untuoso al tatto ed insolubile in acqua e acidi.
Viene utilizzato prevalentemente per la scrittura ed il disegno.


Sinonimi: Lapis, Piombaggine, Nero di piombo
Inglese: Graphite 
Nomi Antichi: Pria Negra 

***(((Informazioni sui materiali in continuo AGGIORNAMENTO)))***



RIPRODUZIONE RISERVATA
Dahlia's Journal_©Copyright 2016 - All Rights Reserved
​​

0 Comments

Il Decostruttivismo ha un padre

6/10/2016

1 Comment

 

Cosa si può dire ai fanatici del presente e principale paradigma quando pretendono che noi dovremmo accettare il fatto che il Decostruttivismo sia la contrapposizione al Modernismo, dopo che quest’ultimo ha dominato la scena stilistica architettonica per decenni?
Come pretendono che noi approviamo queste castronerie, quando uno dei fautori del Decostruttivismo è stato lo stesso fondatore del Movimento Moderno (Philips Johnson)?
E’ dura pretendere di creare un modello stilistico innovativo che domini per un altro secolo (dopo il “secolo modernista”)  lo scenario architettonico, oltretutto con l’intento di far credere che sia il sostituto invece che l’evoluzione di quest’ultimo.
Il Professore James Stevens Curl nella prefazione al libro “Antiarchitettura e Demolizione” di N. Salingaros, metaforizza il caso del Decostruttivismo con la fiaba danese “I vestiti nuovi dell'imperatore” scrive:
“ … “L’imperatore è nudo” è un vecchio adagio ma, nel triste caso del Decostruttivismo, è assolutamente adatto, dato che questo stile non è veramente nient’altro che modernismo in una nuova veste…”
Al di la del richiamo alla fiaba, il concetto di definire il decostruttivismo come modernismo in una nuova veste, non è solo filosoficamente giusto, ma è sotto i nostri occhi.
Noi a differenza del Prof. Curl vogliamo essere più diretti.
Per capire il concetto, basti spogliare letteralmente la maggior parte delle opere decostruttiviste dei loro involucri, più o meno tecnologici, quel che vedrete, nel maggiore dei casi,  è una pura opera modernista; oppure tradurre mentalmente i suggestivi concept che mostrano la generazione formale dell’opera, per notare che il più delle volte quest’ultima nasce da una tipica forma modernista alienata secondo qualche modificatore che ci offrono i numerosi programmi di calcolo tridimensionale.

Andiamo però più a fondo…
Charles Jencks, noto architetto e commentatore architettonico, ha promosso per primo in maniera diretta e senza mezzi termini, l’architettura di  Peter Eisenman, Frank Gehry e Daniel Libeskind “Nuovo Paradigma Architettonico”.
Jencks oltre a dire ciò, crea legami tra il decostruttivismo e l’ambito scientifico, tirando in ballo parole come “emersione”, “frattali”e “complessità”, cercando legami (che in appositi articoli approfondiremo) con la scienza, ma che non serve scomodare uno scienziato per reputarli inadatti ai suoi scopi di promozione del  nuovo paradigma che di nuovo ha ben poco.
In realtà è noto che gli architetti decostruttivisti  abbiano fondato il loro modello su fondamenta fragili, cioè le pseudo-filosofie nichiliste dei filosofi decostruttivisti, su tutti  Jacques Derrida. 

Picture
Charles Jencks
Picture

Tutte le ombre del Decostruttivismo, le approfondiremo in un capitolo a parte, per non andare  fuori tema e per non appesantire troppo questa pagina di Journal.
La cosa certa è che siamo sicuri di dire che il Decostruttivismo è il figlio del Modernismo, anche se siamo di fronte ad uno dei pochi casi isolati di un figlio che non riconosca il padre.

Oggi sappiamo benissimo che un prodotto commerciale vende più per la sua confezione che per la qualità del prodotto, allo stesso modo ha operato ed opera  oggi il Decostruttivismo, che ha pensato di vendere per nuovo un paradigma, seppur contenente un prodotto ormai raffermo.
Questa tecnica ad esempio si usa oggi per reinserire nel mercato profumi  che non hanno avuto successo in passato, rimasti in giacenza, si ridisegna la confezione e il flacone, si fanno passare per nuovi, ma la realtà è che viene venduta sempre la solita roba, che senza quella innovativa apparenza nessuno avrebbe nemmeno guardato.
Noi crediamo che il Modernismo abbia avuto un grande impulso innovatore, seppur mosso da motivi non del tutto inclini ai bisogni dell'uomo e alla natura. Di certo non si può negare la sua forza stilistica, e noi seppur spesso lo critichiamo, non ce la sentiamo di rinnegarlo totalmente come modello, che in alcune situazioni può avere addirittura la sua giusta applicazione. Il decostruttivismo invece, quando è creato come modernismo  in una nuova veste, non ha senso di esistere e lessicalmente dovrebbe essere definito al massimo come neo-modernismo.
Per questo reputiamo fandonie tutte quelle storie che ci raccontano gli archistar. Circuire gli ascoltatori ignari e ignoranti quando si è costruita una semplice opera modernista e la si è rivestita con il più strano e costoso involucro che la tecnologia mette a disposizione, non è ne decostruzionismo e nemmeno architettura, quella determinata pratica è solo una truffa ideologica ed economica, all’intelletto e alle tasche dei committenti prima e dei fruitori dell’”opera architettonica” poi.

​
*** Appendice ***
Dati statistici sostengono che un italiano su quattro non riesce a prestare attenzione ad una lettura di più di quattro righe e sappiamo che la metà dei 3/4 che continua a leggere, interrompe la lettura prima della fine; ciò nonostante per tutti coloro che riescono ad arrivare fino a questo punto a leggere questa piccola appendice, (forse interessati dai temi trattati e non annoiati dal nostro stile di scrittura a volte troppo discorsivo), ribadiamo che questo Dahlia's Journal non è considerato da noi stessi un blog divulgativo, non avendo noi né le competenze né la presunzione di insegnare qualcosa a qualcuno.
Da considerare più come un diario pubblico in cui decidiamo di appuntare periodicamente alcune teorie e piccole informazioni artistiche, estrapolate dai nostri diari privati, con l’unico fine di agevolare la nostra missione e al massimo risultare utile a qualcuno che sappia coglierle.
Con la speranza che lo si legga nella giusta maniera e non si rechi offesa a nessuno mai!


RIPRODUZIONE RISERVATA
Dahlia's Journal_©Copyright 2016 - All Rights Reserved

1 Comment

Pigmenti di Sintesi_ ORPIMENTO

6/8/2016

0 Comments

 

Trisolfuro di Arsenico -   As2 S3

Pigmento di origine inorganica, minerale e sintetica, usato fin dai tempi più antichi (arte egiziana, persiana, cinese) durante il medioevo venne impiegato nella pittura dei codici miniati, è stato abbandonato dal secolo scorso a causa della elevata tossicità.
Si ottiene sciogliendo dell'arsenico in acido cloridrico in corrente di idrogeno solforato.

Picture

Il suo colore va dal giallo oro brillante all'arancio ed ha un eccellente potere coprente, resta inalterato in acido ad eccezione di quelli con piombo e rame.
Trattandosi di un solfuro è incompatibile con i pigmenti a base di Rame e con alcuni di Piombo con i quali reagisce formando solfuri neri.

Si adopera nella tecnica a tempera. Sconsigliato per affresco, encausto ed olio.

Sinonimi: Giallo di Zolfo, Giallo Reale, Giallo del Re, Giallo di Arsenico, Giallo di China, Giallo di Parigi, Giallo di Spagna
Inglese: Orpiment
Nomi Antichi: Arzicon, Oropimento, Auri Pigmentum

***(((Informazioni sui materiali in continuo AGGIORNAMENTO)))***



RIPRODUZIONE RISERVATA
Dahlia's Journal_©Copyright 2016 - All Rights Reserved
​​

0 Comments

Diluenti Grassi _ OLIO DI LINO (crudo) - Estratto di semi di lino raffinato

6/3/2016

0 Comments

 

Quando parliamo di diluenti per opere ad olio, possiamo distinguerli in due macro gruppi:
- Grassi (olio di lino, di noce, di papavero ecc.)
- Magri (acquaragia, essenza di trementina ecc.)

L’olio di lino rappresenta l’olio più usato della categoria dei diluenti “grassi”.
In genere tale olio può essere sostituito dall’ olio di noci e/o dall’olio di papavero, che risultano più adatti in determinate circostanze che spiegheremo.
Generalmente però è preferito rispetto agli altri due per via della sua più rapida siccatività e per il fatto di essere più economico dei suoi due sostituiti.
Di contro ha il difetto di ingiallire più degli altri, soprattutto con i colori freddi e chiari, come azzurro, violetto, verde-azzurro e bianco.

Di colore paglierino e dall’odore gradevole è ricavato dalla spremitura dei semi del lineum.

Nelle fasi pittoriche può essere miscelato con diluenti magri o con altri oli.
Noi lo consigliamo a chi si sta avvicinando da poco alla pittura ad olio, nei prossimi post presenteremo anche gli altri diluenti e la loro miglior applicazione.


​​RIPRODUZIONE RISERVATA
Dahlia's Journal_©Copyright 2016 - All Rights Reserved
​​

Picture
0 Comments

James Stevens Curl Docet…

6/1/2016

0 Comments

 

<… gli architetti raramente leggono: guardano solo immagini seducenti e assorbono slogan…>
[citazione del Prof. James Stevens Curl_ estratto dalla prefazione al libro: “Architettura e Demolizione” di Nikos Salingaros]

Picture

ci criticano la lunghezza dei post…oggi direi che non c’è altro da aggiungere!


​RIPRODUZIONE RISERVATA
Dahlia's Journal_©Copyright 2016 - All Rights Reserved
​​

0 Comments

    Archives

    November 2020
    October 2020
    September 2020
    August 2020
    July 2020
    June 2020
    May 2020
    April 2020
    March 2020
    February 2020
    January 2020
    December 2019
    November 2019
    October 2019
    September 2019
    August 2019
    July 2019
    June 2019
    May 2019
    April 2019
    March 2019
    February 2019
    January 2019
    December 2018
    November 2018
    October 2018
    September 2018
    August 2018
    July 2018
    June 2018
    May 2018
    April 2018
    March 2018
    February 2018
    January 2018
    December 2017
    November 2017
    October 2017
    September 2017
    August 2017
    July 2017
    June 2017
    May 2017
    April 2017
    March 2017
    February 2017
    January 2017
    December 2016
    November 2016
    October 2016
    September 2016
    August 2016
    July 2016
    June 2016
    May 2016
    April 2016
    March 2016

    Categories

    All
    ARCHITECTURE
    ART
    ART (Materials)
    ART (Perfumery)
    ART(WORK)
    DESIGN
    *** NEWS ***
    PHOTOGRAMMETRY
    VIRTUAL REALITY

    RSS Feed

________________________________________________________________     ©DAHLIA Studios     _____________________________________________________________  
Arch. Stefano Piccinini _ Arch. Simona Alesi
Email: dahlia_studios@yahoo.it
Tel: 338 1866375
Tel: 333 4929993