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Encausto (Art)

6/26/2019

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Paralipomeni alla vera tecnica dell’Affresco Storico

L’ultima fase da eseguire se si vuole realizzare un affresco duraturo e visivamente notevole, è in realtà una fase di pittura “a secco” che si realizza utilizzando particolari “elementi” e materiali, che permettono di “chiudere” il dipinto e donargli un ulteriore strato finale protettivo e lucidante, chiamato tecnicamente encausto.
Notifichiamo da principio che tale fase non è indispensabile, un vero affresco ben eseguito non ha bisogno di una verniciatura a secco finale, ma noi la consigliamo vivamente poiché permette essenzialmente di correggere le modificazioni cromatiche causate dalla carbonatazione e ci permette di rendere più corpose le tonalità dell’opera finita.
I soliti cenni storici ci rivelano che i Romani usavano rivestire l'affresco con uno strato di cera mescolata con olio seccativo o volatile. Su diversi affreschi del Cinquecento è stata passata una mano di cera a guisa di vernice finale. Leon Battista Alberti consiglia una mano di mastice sciolto in cera e olio, facendolo penetrare con una fonte di calore.

Diverse e illimitate applicazioni fanno dell’affresco la tecnica più complessa ma affascinante, noi come sempre riveliamo alcune informazioni del nostro procedimento, che oltretutto è in continua evoluzione e sperimentazione.
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Consigliamo inizialmente di sperimentare la tecnica con una semplice miscela di cera d’api Toscana e acquaragia mischiata a un dipresso in rapporti 1:2.
Il tutto deve essere scaldato a bagnomaria per rendere i grani di cera solubili nel diluente (evitate di scaldare a fiamma viva, per non rischiare inutili incendi).
Questo fluido deve essere usato come veicolo degli stessi pigmenti per realizzare le ultime velature sull’affresco, ovviamente asciutto e dopo aver compiuto la fase di carbonatazione.
Reintegrare le parti di colore alienate dal processo chimico è lo scopo principale di questa tecnica.
Successivamente si procede con velature lievi per imprimere carattere al dipinto. Si può ad esempio dare più carattere ai chiaro-scuri o ai contrasti di luce e ombra facendo risaturare colori che nella carbonatazione avevano subito l’ingrigimento.

L’encausto tende ad asciugarsi molto velocemente, essendo il diluente in genere molto volatile che permetterebbe alla cera di risolidificare con rapidità. Tuttavia noi consigliamo di attendere le solite 24 ore, per procedere alla lucidatura finale, tramite sfregamento vigoroso ma attento dell’encausto con panni di lana.

Per una buona penetrazione dell’encausto nelle parti porose del tonachino affrescato è anche consigliato tenere calda costantemente la miscela di cera d’api e diluente. Riguardo ai consigli mirati di penetrazione tramite calore dell’encausto, enunciati da Vitruvio e Gian Battista Alberti, stiamo studiando tecniche non convenzionali che per il momento lasciamo scritte nei nostri diari privati in attesa di conferme pratiche più soddisfacenti.



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*** BREAKING NEWS *** Stone House (Architecture)

6/17/2019

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La Stone House, la residenza monofamiliare che andrà ad edificare l’omonimo quartiere (Stone District), sorge come un’opera integrata nel contesto paesaggistico in cui verrà edificata.
Tramite l’utilizzo della pietra in facciata e del tetto verde sulla copertura (realizzato mediante moduli prevegetati), la residenza avrà l’onere di apparire esternamente come un edificio tradizionale integrato con il contesto ambientale, ma allo stesso tempo, grazie alla particolare conformazione del design architettonico, donerà il massimo comfort all’abitazione.
I prospetti dell’edificio vogliono creare un contrasto tra la pesantezza della pietra e la leggerezza del vetro.
Il prospetto principale di ingresso è una dimostrazione concettuale che l’edificio in pietra viene ideologicamente squarciato e si apre per accogliere gli ospiti e i residenti della casa, generando un delta in pianta, totalmente vetrato a livello di prospetto.
Questo ingresso permette di immettersi direttamente nella zona living della casa che si apre sull’asse nord sud, creando due ali laterali (est e ovest) che accoglieranno la zona notte dell’abitazione.
Nel lato nord della residenza che apre verso il paesaggio tutto il lato lungo della zona giorno, è presente anche un portico utile nelle serate estive per ospitare cene o eventi all’aperto, avvalorato anche dall’ampia piscina che guarda verso il paesaggio offidano.
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