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Pigmenti Minerali_ ROSSO CINABRO

7/28/2016

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Ossido di Ferro + Carbonato di Calcio -  Fe2O3 + CaCO3 

“Il modo del fare rosso ch’è chiamato cinabrese, da incarnare in muro; e di suo ’ natura”

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Appare nella descrizione del trattato di pittura del XV sec. prodotto per mescolanza di due parti di sinopia con una parte di bianco di San Giovanni.
Non occorre dire che è stato usato fin dall’antichità soprattutto nelle tecniche pittoriche murali.
Abbastanza stabile, discreto potere coprente, il Cennini (vedi foto) lo consiglia per dipingere gli incarnati negli affreschi. Non consigliato nelle tecniche ad olio, da valutare nell’encausto.

Sinonimi: -
Inglese: Cinabrese
Nomi Antichi: -


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Pigmenti Minerali_ TERRA DI CASSEL

7/23/2016

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Ossidi di ferro, sostanze organiche, ligniti e torba–  Fe2O3 * nH20 

Se ai pittori vengono attribuiti i colori che meritano, si saprà che cosa aspettarsi dalle opere di Anthony Van Dyck: la terra di Cassel, pigmento di un peculiare grigio brunastro, dal 1790 circa divenne noto in Europa anche con il nome “color Vandycke”.

E’ una “terra” solo perché viene preso dal suolo; non è un pigmento inorganico, ma un minerale organico derivato da torba o lignite.
Le prime fonti del pigmento erano vicine alle città tedesche di Colonia e Cassel; in Inghilterra nel XVII secolo nomi alternativi erano anche “terra di Colonia” o storpiature come “terra di Cullen” e “terra Colens”.
A quel tempo era anche elencato come una specie di nero e Norgate ne loda le qualità per il genere di composizioni che stavano diventando sempre più alla moda: è, dice, <ottimo per dare gli ultimi e profondi tocchi ai punti ombrosi dei quadri dipinti dal vivo, e altrettanto utilizzabile nei paesaggi>.

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Anthony Van Dyck - Autoritratto

La trasparenza del pigmento nell’olio rende ariosa la sua oscurità, e Van Dyck lo usava come velatura morbida.
Max Doner afferma che Rubens usava la terra di Cassel <mescolata a ocra dorata, come un marrone caldo trasparente che resisteva bene specialmente nella vernice a resina>
Viene fabbricato mediante la calcinazione di terre bituminose ma può essere anche falsificato mescolando nero fumo e ocra gialla. La terra bituminosa è poco solubile in acqua mentre lo è in oli, vernici e solventi organici.

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È possibile utilizzarlo perciò nelle tecniche ad olio, tempera ed encausto. Alcuni lo sconsigliano per il fresco, ma per noi, anche lì è un pigmento essenziale; è la tinta naturale più scura per l’affresco.
E’ inamovibile nelle nostre tavolozze, come il Bianco di Titanio e il Nero d’Avorio.
Particolarmente indicato per gli sfondi scuri dove il nero puro deve essere, lo ripetiamo per l’ennesima volta, evitato!

Sinonimi: Bruno di Cassel, Bruno Vandick d’Inghilterra, Bruno di Spagna, Terra di Colonia, Bruno Vandick di Svezia
Inglese: Kassel
Nomi Antichi: -

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Pigmenti Minerali_ TERRA D’OMBRA BRUCIATA

7/19/2016

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Ossidi silicato di ferro e ossido di manganese – Fe2O3 * MnO2 * nH2O + Si + Al2O3

Nulla eguaglia la profondità della Terra d’Ombra. Più scura dei pigmenti di Siena, a causa di una generosa quantità di manganese nell’ossido di ferro, la terra d’ombra fu introdotta nella pittura europea attorno alla fine del XV secolo.
Alcuni hanno ritenuto che il nome fosse di origine geografica come il Siena, che provenisse  cioè dall’Umbria; ma sembra più probabile che discenda dal latino umbra, “ombra”.
Dopotutto la terra d’ombra europea era venduta per lo più dalla Turchia e non dall’Italia, e il ricco marrone rossiccio della terra d’ombra bruciata era molto apprezzato per ottenere ombreggiature profonde ma traslucide.
L’inglese Edward Norgate scrisse intorno al 1620 che la terra d’ombra bruciata è <un colore grasso e sporco, e difficile da lavorare se lo si macina così com’è appena comperato, ma di grandissimo uso per ombre, capelli eccetera.>

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Viene ottenuto mediante la semplice macinazione ed il lavaggio della materia prima, si tratta di una composizione di ossido silicato di ferro e ossido di manganese.
​Ha un ottimo potere coprente e si può utilizzare con qualsiasi tecnica quale l’affresco, la tempera, l’encausto e l’olio.


Sinonimi: Terra Fine di Turchia, Sombra de Italia, Bruno di Roma, Bruno di Sicilia, Terra Ombra, Bruno di Turchia
Inglese: Burnt Umber
Nomi Antichi: Brunum, Cicerculum, Lapis Fissus

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Architetto: clown delle figure professionali

7/16/2016

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Oggi coloro che poco conoscono il mondo architettonico ed edilizio, riescono con molta difficoltà a captare la differenza tra le varie figure professionali.

Si… il titolo accademico ci identifica, ma siamo realmente convinti che una laurea riesca a distinguerci e metterci su un piano professionale differente, rispetto ad ingegneri e soprattutto ai tanto disprezzati geometri?
Siamo realmente convinti che molti architetti siano tecnicamente più dotati di ragazzi neo-diplomati negli istituti per geometri?
Non stiamo parlando di semplice conoscenza della materia conseguita su qualche rivista patinata, o bassa estetica eclettica dimostrata ripetendo i discorsi salmodianti e privi di senso di qualche archistar;, parliamo di progettazione architettonica pura.
Siamo realmente convinti di avere qualcosa in più tanto da definirci architetti, al di là del titolo accademico?

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La figura dell’architetto, non ha più una reale concezione di cosa si debba occupare e come.
La vera differenza dagli ingegneri e specialmente dai geometri, viene dimostrata dai pochi architetti che riescono a svolgere con competenza la propria professione, ma sono rari!
Purtroppo la maggior parte degli architetti non riesce a svolgere al meglio questa professione, e quel che è peggio non si crea queste serie problematiche.
La crisi edilizia ci nasconde questi gravi problemi di identità professionale, <l’architetto lavora meno perché c’è la crisi> questo ci fanno credere!
L’architetto in realtà si sta estinguendo e riesce a galleggiare solo per via del basilare titolo accademico che ancora riesce a renderlo appetibile in tema progettuale a tutti quei committenti che cercano “qualcosa in più”.
Ma al di là del titolo accademico, per molti architetti… non c’è “nulla di più”.

​Molti lettori sicuramente biasimeranno questo post, definendolo autolesionistico e addirittura di parlare per se stesso, ma tutti coloro che non si interrogano sulle problematiche tratte in questa pagina, sono destinati ad estinguersi professionalmente.

Dobbiamo essere lucidi a riconoscere che l’architetto è diventato una figura professionale risibile, sempre meno stimata rispetto alla figura dell’ingegnere; messo sicuramente su un piano più elevato rispetto la figura del geometra, ma spesso a livello pratico, meno credibile di quest’ultima.

Questa reputazione in discesa è solo da imputare a noi stessi, alla superficialità degli architetti del secolo scorso con ideologie moderniste di base, ed a tutti gli architetti contemporanei che non sono disposti ad abbandonare le suddette ideologie, che hanno impoverito e trasformato la figura dell’architetto da uomo di scienza quale era nelle epoche passate, a personaggio ondivago, legato ad un’indotta e fittizia ecletticità per rendersi credibile ed appetibile, spesso rivelandosi solo un clown con fini misantropici.

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​*** Appendice ***
Dati statistici sostengono che un italiano su quattro non riesce a prestare attenzione ad una lettura di più di quattro righe e sappiamo che la metà dei 3/4 che continua a leggere, interrompe la lettura prima della fine; ciò nonostante per tutti coloro che riescono ad arrivare fino a questo punto a leggere questa piccola appendice, (forse interessati dai temi trattati e non annoiati dal nostro stile di scrittura a volte troppo discorsivo), ribadiamo che questo Dahlia's Journal non è considerato da noi stessi un blog divulgativo, non avendo noi né le competenze né la presunzione di insegnare qualcosa a qualcuno.
Da considerare più come un diario pubblico in cui decidiamo di appuntare periodicamente alcune teorie e piccole informazioni artistiche, estrapolate dai nostri diari privati, con l’unico fine di agevolare la nostra missione e al massimo risultare utile a qualcuno che sappia coglierle.
Con la speranza che lo si legga nella giusta maniera e non si rechi offesa a nessuno mai!


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Pigmenti Minerali_ AZZURRITE

7/11/2016

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Carbonato Basico di Rame – 2CuCO3 * Cu (OH)2

Pigmento di origine minerale, conosciuto dal tempo degli Egizi che lo chiamavano “tefer”.
Tonalità varabili dal blu oltremare a blu verdastro a causa dell’alterazione in malachite.

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Ottimo potere coprente impiegato soprattutto nell’olio e tempera.
Nell’affresco è stato molto utilizzato in passato, ma successivamente si è identificato che tale pigmento con la vetustà tendeva a polverizzarsi. Per questo motivo noi preferiamo ripiegare su altri pigmenti minerali e/o sintetici nella tecnica del fresco storico.
In ogni modo riconosciamo che possiede una notevole stabilità nelle normali condizioni ambientali. Solubile in acidi, tende a diventare verde sotto l’azione dell’umidità, trasformandosi in altri sali basici rameici nelle pitture murali.
È normalmente associato, oltre a malachite, a limonite, calcite, calcocite, crisocolla e ad altri minerali secondari di rame.
In passato è stato il miglior sostituto del costoso Blu Oltremare (Lapislazzuli).


Sinonimi: Blu di montagna, Azzurro Biadetti di Spagna, Cendree, Ongaro, Azzurro di Rame, Azzurro della Magna, Azzurro di vena naturale. 
Inglese: Azurite 
Nomi Antichi: Lapis Armenius, Caeruleum Cyprus 

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Cappella_della_Adorazione_dei_Magi_Perugino
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Opera: STILL LIFE N°2

7/7/2016

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Tecnica: Olio su tela
Ubicazione: Collezione Privata
Dimensioni: 70,00 cm x 50,00 cm
Anno: 2013
Premi: 1° PREMIO ARTEGANTE - Arti Visive Award
Pubblicazioni: LIBURNI Arte e Cultura

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Critica: Still Life n.2 è un dipinto di grande padronanza del colore e della luce, l’artista ha bilanciato ottimamente tutti gli elementi dando più risalto alla parte destra del dipinto come fonte di luce. Il soffuso lume della candela, illumina il dopopasto e gli ultimi attimi della giornata… dopodiché silenzio, la notte avanza e la luce si spegne. Ci si ritrova rapiti da quell’atmosfera tanto calda e semplice della vita quotidiana, che batte le ore del tempo e dello spazio in un età indefinita e quasi si può immaginare il tepore lieve e un topolino sbucar da dietro, profumo di cera, di noci e di autunno avvolge completamente l’osservatore e ne crea un momento unico e di grande riflessione.

                                                                                                                                                                                                                                         Francesca Parola


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Pigmenti Minerali_ VERDE MALACHITE

7/1/2016

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Carbonato basico di rame -  CuCO3 * Cu(OH)2 

E’ Pigmento di origine minerale inorganica conosciuto dagli Egizi, Greci, Romani e Bizantini.
​Si tratta di un carbonato basico di rame ottenuto dalla macinazione della malachite.

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Si altera e annerisce per riscaldamento, ed in presenza di alcali, acidi e solfuri.
Ha un ottimo potere coprente. 
Si può impiegare nell'affresco, nella tempera e nell'olio. Sconsigliato per l'encausto.

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Natività – Perugino – Montefalco
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Sinonimi: Verde Azzurro di Spagna, Verde Azzurro, Verde Tedesco, Verde Minerale, Verde Azzurro di Magna Grecia, Verde d'Alemagna 
Inglese: Malachite Green  
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