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*** BREAKING NEWS *** Virtual Tour – Doggrey House (Virtual Reality)

9/25/2018

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Pubblicato il tour virtuale del nostro ultimo progetto architettonico.
Osserva e vivi l’esclusivo interno di desing in stile modernista incastonato nel centro storico di Offida, uno dei borghi più belli d’Italia.
Vivi il design del Dahlia Studio visitando le nostre sedi, saremo lieti di immergervi nel progetto grazie alla nostra avanguardistica realtà virtuale.
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​Clicca sulla foto precedente per visionare il tour virtuale o contattaci per vivere la Virtual Reality in prima persona.

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Vivere in un LunaPark - Il fascino del Sublime

9/17/2018

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Appare arduo a volte comprendere cosa ci attrae in un opera d’arte o architettonica, dove la semplice idea di bello a volte viene superata da qualcosa che riesce a colpirci e deporre l’immaginazione con l’arguzia dolorosa di un piacere fugace.

Nella concezione di Edmund Burke il sublime è legato al terrore, e il terrore è tanto più spaventoso se legato alla paura peggiore per l'uomo, ossia la morte.
Questo sentimento di terrore però non deve essere vissuto in prima persona, in quanto non sarà più sublime ma paura vera e propria.
Quindi è necessario che il fenomeno terribile sia lontano da noi, che siamo invece al sicuro.
Perché il sublime possa affiorare, è importante che qualcosa minacci le certezze del nostro io interiore.
Burke introduce la distinzione fra il bello e il sublime.
Mentre il bello è una forza generatrice legata ai rapporti umani, stabilito dall’estetica classica attraverso i canoni della proporzione e dell’armonia (poi rivisitati nell’epoca modernista), il sublime è una forza distruttrice, provoca uno shock, un piacere misto a dolore.
Il sublime è istinto e non “illuminazione” è una minaccia all’autoconservazione, il piacere nasce solo a patto di mantenere una distanza di sicurezza, essere protetti, è il “brivido di tale annientamento”.
Per questo motivo quando si parla di sublime non si parla di un oggetto, ma si parla di uno stato d’animo, essendo la sublimità insita nel nostro animo.

Il sublime genera uno scambio continuo fra il soggetto e l’oggetto, tra il dentro e il fuori, come sottolinea Baldine Saint Girons: “è l’evento che accade e il suo accadimento”.
 
Per rendere più chiaro tale concetto ci avvaliamo anche della testimonianza di Arthur Schopenhauer, nel primo volume de Il mondo come volontà e rappresentazione elenca esempi di passaggio dal Bello al più elevato Sublime che spiega:
<il sentimento del bello è semplicemente il piacere provato guardando un oggetto piacevole. Il sentimento del Sublime, invece, è il piacere che si prova osservando la potenza o la vastità di un oggetto che potrebbe distruggere chi lo osserva.>
Inutile dire che la massima esperienza del sublime è indotta dalla natura e dai fenomeni ad essa correlati.
 La natura, considerata nell’opinione estetica come una forza che non ha alcun dominio su di noi, è dinamicamente sublime, e per esserlo, deve essere in grado di generare timore.
Qualsiasi cosa si oppone a noi può essere considerata ostile, quell’ostilità se non può essere controllata dal nostro potere, può generare timore.

Un temporale ornato di vigorosi lampi e tuoni, uragani urlanti che devastano tutto ciò che incontrano, un oceano in tempesta o i vulcani in eruzione, sono esempi di forza distruttrice della natura che annientano il nostro io, limitandoci ad una vana resistenza mista a terrore.
Il loro aspetto però, diventa tanto più attraente per quanto è tremendo, se da una posizione di pericolo, ci spostassimo in una posizione di protezione privilegiata, così da assistere a tali fenomeni, sapendo di essere al sicuro.

Questo esempio dimostra che la sublimità non risiede in un oggetto o in una situazione e quindi nemmeno nella natura stessa, ma risiede nel nostro animo e quindi è da valutare come qualcosa di oggettivo.


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William Turner - Eruzione del Vesuvio
Alcuni pensatori, hanno oltretutto osservato che il sublime nasce nei periodi di crisi. Come tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C, con il passaggio tra politeismo e monoteismo, o come nel XVIII secolo con il crollo dell’ideologia geocentrica e la rivoluzione copernicana, o come nel XX secolo con gli orrori dell’olocausto.

In architettura e nell’arte si è cercato nell’epoca classica e romantica, un’estetica che centrasse i canoni del sublime, legando le opere sia artistiche che architettoniche alla natura.

Oggi con l’avvento del post-modernismo e del decostruttivismo si cerca di rispolverare il sublime, tentando di usarlo, a volte impropriamente, per giustificare le forme aliene delle opere contemporanee degli archistar.
Si cerca di portare avanti una teoria in cui il sublime non si dovrebbe più legare agli spazi naturali, ma alla realtà delle metropoli, caratterizzate a volte dalle sproporzioni degli spazi urbani e dalle folle brulicanti che le invadono.
Un’opera architettonica decostruttivista, con le sue deformazioni, interruzioni, spirali e labirinti, è concepita come tale perché dovrebbe generare la destabilizzazione; secondo le filosofie decostruttiviste il caos generato, a sua volta può provocare stati d’animo piacevoli riconducibili al sublime.
Con questa semplificata spiegazione si cerca di contemplare le opere (a volte irragionevoli) decostruttiviste, come scatenanti il sentimento del sublime

Noi crediamo che il sublime non può esistere senza il suo mezzo provocante per eccellenza, la natura.
Che la natura sia da considerare in maniera preraffaellita, o che sia rappresentata dalle odierne metropoli, è un altro discorso.
Quello che spetta a noi è la giusta progettazione e realizzazione di costruzioni atte ad assicurare un sentimento puro di sublime, ma non di intaccare le nostre città o i nostri migliori luoghi naturalistici, con l’intento di costruire un’opera che debba essere essa stessa sublime; perché è giusto ricordarlo, quando si parla di sublime non si parla di un oggetto, ma si parla di uno stato d’animo.

Il sublime si lega ad avvenimenti terrificanti, e progettare un luogo che possa proteggerci e generare lo stato d’animo sublime non è la stessa cosa che progettare l’avvenimento (o l’edificio) terrificante stesso, quella è una pratica riservata ai progettisti di luna park.
Questo malinteso può solo aiutare a realizzare opere architettoniche aliene che sconvolgerebbero i nostri luoghi vitali, come hanno fatto e stanno facendo molti architetti contemporanei, più che donarci un sentimento fondamentale come il sublime. 


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​*** Appendice ***
Dati statistici sostengono che un italiano su quattro non riesce a prestare attenzione ad una lettura di più di quattro righe e sappiamo che la metà dei 3/4 che continua a leggere, interrompe la lettura prima della fine; ciò nonostante per tutti coloro che riescono ad arrivare fino a questo punto a leggere questa piccola appendice, (forse interessati dai temi trattati e non annoiati dal nostro stile di scrittura a volte troppo discorsivo), ribadiamo che questo Dahlia's Journal non è considerato da noi stessi un blog divulgativo, non avendo noi né le competenze né la presunzione di insegnare qualcosa a qualcuno.
Da considerare più come un diario pubblico in cui decidiamo di appuntare periodicamente alcune teorie e piccole informazioni artistiche, estrapolate dai nostri diari privati, con l’unico fine di agevolare la nostra missione e al massimo risultare utile a qualcuno che sappia coglierle.
Con la speranza che lo si legga nella giusta maniera e non si rechi offesa a nessuno mai!


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