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The dahlia's
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Le case degli artisti non hanno i muri (?)

10/31/2016

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Molte persone, specialmente curatori e galleristi, pensano che gli artisti abitino in quartieri con dimore in pieno stile Dogville (Lars Von Trier), dove gli edifici non hanno pareti...

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Al giorno d’oggi è molto frequente imbattersi in galleristi, critici d’arte o semplicemente faccendieri, che usano i poveri (nel vero senso della parola) “artisti” per spolparli del tutto.
Sappiamo tutti purtroppo che gli artisti oggi, come ieri, sono alla canna del gas, ma addirittura pensare che non abbiano pareti su cui appendere i propri quadri diventa difficile da credere.
Eppure se si studia la drammatica situazione, non si può negare la credenza vera o fittizia, che hanno questi sciacalli dell’arte.
Effettivamente molti artisti svendono le proprie opere o ancora peggio, pagano per esporre e vendere, forse hanno ragione loro, forse la stragrande maggioranza dei pittori, disegnatori e artisti figurativi non hanno pareti, e vivono in Dogville!
Ormai è diventata una legge non scritta, ma comunque di comune tradizione, il fatto che se un artista, professionista, dilettante o amatore, voglia tentare di esporre e vendere, debba mettere per forza mano al portafoglio.
In alcuni casi paradossali, ma purtroppo reali, questi avvoltoi pretendono anche di “piegare” gli artisti e indirizzarli a dipingere cosa vuole il mercato (o vorrebbero loro), in genere indirizzandoli su tecniche di veloce esecuzione per aumentare “la produzione” e quindi avere una maggiore quantità di opere da vendere.
Se siete incappati in questo vortice poco dignitoso per la vostra “arte”, disgraziatamente dobbiamo dirvi che siete passati dal campo dell’ARTE al campo dell’INDUSTRIA.
Non c’è molta differenza tra voi che producete fantomatici quadri, illudendovi di fare arte, e una fabbrica che sforna prodotti industriali in modo seriale.
I critici o i galleristi vi dicono cosa produrre, come i manager industriali, studiando il mercato dettano le direttive per migliorare/ modificare  la produzione e quindi aumentare le vendite.
Dobbiamo far capire agli artisti che è giusto retribuire coloro che aiutano a diffondere la nostra arte e a venderla, ma non è ammissibile pagarli a prescindere, senza che otteniamo risultati.
Non si è mai visto nemmeno nell’industria, coloro che sono incaricati a vendere e fare pubbliche relazioni, essere pagati a prescindere, anche se non ottengono risultati.

A chi non è capitato di aprire una mail o ricevere chiamate da parte di critici, piene di complimenti, facendoci credere che saremo i prossimi artisti a rappresentare l’arte contemporanea sui libri di storia?

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Artista: <Pronto chi è?>
…
Gallerista: <Pronto, sono il/la critico/a d’arte XXXXX, lavoro per la famosissima galleria XXXXX e abbiamo avuto modo di visionare le sue opere d’arte…>

Artista: <Grazie non mi interessa, non ho per adesso soldi da invest……>

Gallerista: <..No! A noi non interessano soldi, dobbiamo assolutamente diffondere la sua arte, che potrebbe sin da subito avere ottimi riscontri tecnico-economici bla bla bla, le sue opere possono sin da subito essere piazzate con alte quotazioni di mercato essendo la sua arte unica ed inimitabile, bla bla bla, perché lei è realmente, bla bla bla, oltretutto la nostra galleria opera in 18 città italiane e ha ottimi agganci esteri, con la russiaaa , la cinaaa, e bla bla bla>

Artista: (ingenuamente galvanizzati): <…Grazie mille, si effettivamente faccio un’arte molto particolare, anche io credo che la mia arte bla bla bla, beh effettivamente mi potrebbe interessare perché voi bla bla bla…>

Gallerista:< Grazie per la sua disponibilità, dobbiamo solo chiedervi un piccolissimo sforzo economico, di circa 500 euro, che personalissimamente a voi verrà ridotto a 200 euro, perché avete un’arte molto ma molto bla bla bla, e questi 200 euro serviranno solo a coprire le spese per un catalogo che verrà inviato alle migliori gallerie italiane e ad oltre mille gallerie internazionali, con le vostre biografie, e critiche delle vostre opere redatte dai migliori critici sul territorio nazionale bla bla bla…>

Artista: <No, guardi mi scusi, non mi interessa, come le ho detto per adesso non intendo investir…….>

Gallerista: <Ma guardi che lei è realmente bla bla bla….>

Artista: Tu…..tu…..tu…… [chiamata terminata]

Effettivamente è durissima districarsi nel mondo dell’arte oggi e saper riconoscere i veri professionisti e le gallerie che lavorano in modo serio, dalle altre.
C’è una grande percentuale di sciacalli in questo mondo e dobbiamo stare attenti a saper scegliere. Noi crediamo che i migliori giudici della nostra arte, siamo noi stessi. Noi consigliamo di non svenarci a pagare critici o galleristi, se la nostra arte interessa, uscirà da se in qualche modo.
Dipingete quello che vi piace dipingere, create con il vostro stile anche se vi criticano e vi spingono a fare altro. A qualcuno interesserà la vostra arte, strana o soggettiva che sia. Attenti ai complimenti esagerati, meglio una critica mirata che un panegirico con il solo scopo di circuire.
Se proprio volete mettere mano al portafoglio per crearvi visibilità, sappiate scegliere i soggetti giusti, le fregature sono sempre in agguato, noi proponiamo sempre collaborazioni a percentuale.
Mi aiuti a vendere le mie opere… bene… ti pago una provvigione sulla vendita, così che io lavoro e tu lavori, e nessuno si può permettere di poltrire.
Nessuno dovrebbe permettersi di guadagnare senza impegnarsi e lavorare bene e sodo, se provano a farlo, fategli un favore a queste persone, consigliategli la politica!


​​*** Appendice ***
Dati statistici sostengono che un italiano su quattro non riesce a prestare attenzione ad una lettura di più di quattro righe e sappiamo che la metà dei 3/4 che continua a leggere, interrompe la lettura prima della fine; ciò nonostante per tutti coloro che riescono ad arrivare fino a questo punto a leggere questa piccola appendice, (forse interessati dai temi trattati e non annoiati dal nostro stile di scrittura a volte troppo discorsivo), ribadiamo che questo Dahlia's Journal non è considerato da noi stessi un blog divulgativo, non avendo noi né le competenze né la presunzione di insegnare qualcosa a qualcuno.
Da considerare più come un diario pubblico in cui decidiamo di appuntare periodicamente alcune teorie e piccole informazioni artistiche, estrapolate dai nostri diari privati, con l’unico fine di agevolare la nostra missione e al massimo risultare utile a qualcuno che sappia coglierle.
Con la speranza che lo si legga nella giusta maniera e non si rechi offesa a nessuno mai!


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Pigmenti Minerali_ EMATITE (Terra Rossa)

10/23/2016

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Ossido Ferrico -  Fe2O3 

Pigmento di origine minerale; è la famosa terra rossa che gli antichi utilizzavano per realizzare il primo abbozzo dell’affresco, denominato Sinopia.
In passato era chiamata Sinopsis, conosciuta anche dai Greci e dalle precedenti civiltà.
 Il nome deriva, secondo Plinio dalla città di Sinope dove fu trovata per la prima volta.
Plinio stesso precisa che ci sono tre tipi di Sinopia:  rubra (rossa), minus rubra (meno rossa) e inter has media (intermedia).

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Gode di un buon potere coprente, essendo una terra soffre la modificazione di colore nella carbonatazione (affresco), può essere utilizzata in tutte le tecniche.


​Sinonimi: Terra rossa, Sinopia, Oligisto Micaceo, Colcotar, Terra di Pozzuoli, Rosso Inglese, Sinopia Rubrica, Terra Rossa di Verona, Rosso Ercolano, Rosso Pompeiano, Terra Rossa di Venezia
Inglese: Red Earth  
Nomi Antichi: Brunus, Bularminium

​
***(((Informazioni sui materiali in continuo AGGIORNAMENTO)))***



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CARA DAHLIA VOGLIO INIZIARE A DIPINGERE – (Parte prima)

10/14/2016

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Pigmenti o Tubetti Commerciali?
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Domanda che può risultare scontata ai profani dell’arte pittorica, ma non crediate che la maggioranza degli artisti che espongono nelle gallerie più prestigiose, si siano mai posti certi dilemmi!

Attualmente, fortunatamente per noi è sempre più facile possedere prodotti artistici di buona fattura, ma che purtroppo a volte rendono l’attività pittorica (non l’arte pittorica!) accessibile a tutti, e praticata anche da chi non ha niente da fare al di là di sprecare materiale artistico.

Ovvio quindi che la risposta alla domanda, diventa relativa alle vostre intenzioni:
- Siete tra quelli che con umiltà non si sentono artisti ma vogliono solo impegnare il proprio tempo libero praticando un ottima disciplina?  

- Siete tra quelli che si sentono artisti, che sono sicuri di saper fare arte e (non si sa per quale motivo) perdono tempo a leggere questo post?  

-Siete tra quelli che amano l’arte cosiddetta contemporanea, e che considerano la tecnica pittorica, i materiali e la ricerca, parte del passato?... <Faccio due schizzi astratti su una tela vecchia e bucata, pago il critico e in c**o a queste prosopopee da cariatidi!>

​ALLORA IN QUESTO CASO, LA MIGLIORE SCELTA SONO I TUBETTI COMMERCIALI…
​

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Al di la della tecnica che userete, optate per i tubetti, costano relativamente poco (se vi accontentate delle marche più commerciali), in alcune situazioni li utilizziamo persino noi!
Ci sono solo due appunti da fare. Il primo è che dovete scegliere i tubetti in base alla tecnica che volete fare (quindi non acquistate colori ad olio se volete fare dipinti acrilici, ci è capitato di vedere anche questo). Il secondo, è che vi consigliamo sempre di utilizzare la stessa marca di prodotto, soprattutto nei colori ad olio, quindi non mischiate colori di differenti marche.
Ogni casa produttrice ha le sue composizioni chimiche. Ci sono pittori che si definiscono professionisti, che questa cosa non la rispettano e si fanno spesso domande sul perché i loro dipinti hanno problemi cromatici o modificano nel tempo.

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Se invece come noi, siete mossi da un’indole artistica faustiana, allora vi chiediamo di non accontentarvi dei semplici tubetti commerciali.
LA MIGLIORE SCELTA PER VOI, SONO I PIGMENTI…
Dichiariamo sin da subito, che non sono di facile utilizzo, oltre che alle variabili applicative artistiche, entra nella loro applicazione le tante problematiche chimiche.
Sono ogni giorno sotto effetto di studi, nonostante molti pigmenti vantano secoli di storia ed applicazione. Hanno dei punti a sfavore dati dalla loro difficoltà di gestione, ma hanno moltissimi lati positivi, se si sa come utilizzarli e se siamo in grado di giorno in giorno di ampliare la nostra conoscenza nel loro utilizzo (nel nostro piccolo, nella sezione ART(Materials) di questo Journal, pubblichiamo periodicamente informazioni sui pigmenti più utilizzati).
Prima di tutto diciamo che hanno la virtù di essere universali, essendo la base di tutti i colori commerciali. Nel caso vogliate fare ad esempio opere acriliche, comperando tubetti, il primo passo è scendere “sotto casa” e acquistare i materiali. 

Il giorno che vorrete però cambiare tecnica, ad esempio, passare all’olio ad esempio, sarete obbligati a riacquistare tutta la schiera dei colori da capo. Questo da una parte non vi farà perdere tempo in studi a volte lunghi e faticosi, da una parte però avrete in giacenza tanti colori (tubetti) che spesso resteranno inutilizzati, seccheranno e quindi avrete sprecato materiale e soldi per il loro acquisto.
I pigmenti invece sono, come detto, universali. Le stesse polveri possiamo utilizzarle sia per autoprodurci colori per affreschi, per olio, acrilici, acquerelli, eccetera, addirittura (con le giuste inclinazioni) coloranti per tessuti. 

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L’autoproduzione oltre che permetterci di risparmiare ed evitare sprechi di materiale, ci permette anche di creare miscele di colori personalizzati, sfruttando unioni chimiche particolarmente azzeccate, così da avere luminosità cromatiche, che farebbero invidia a Cesare Mussini in persona.
I pigmenti possono essere inorganici, organici oppure prodotti sinteticamente. Ognuna delle tre categorie può e deve avere differente applicazione. Le miscelazioni sono infinite, e la chimica impone per alcune unioni molta attenzione e tanta conoscenza, per evitare problemi di modificazione cromatica, di resa e addirittura di salute per gli utilizzatori.
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Ricordiamo che questo non è un blog ma un semplice diario delle nostre attività. Non abbiamo quindi l’arroganza e l’albagia di pretendere di insegnare qualcosa a qualcuno e non siamo nemmeno tenuti a dire tutto e subito. L’arte va gustata, e non vi è arte senza sperimentazione e studio. Non abbiamo fretta di auto proclamarci con termini odiernamente vuoti come “artista”.
Tutto sarà detto con la giusta maniera, a tempo debito e a chi sarà in grado di abbracciare la Dahlia unificatrice.

​*** Appendice ***
Dati statistici sostengono che un italiano su quattro non riesce a prestare attenzione ad una lettura di più di quattro righe e sappiamo che la metà dei 3/4 che continua a leggere, interrompe la lettura prima della fine; ciò nonostante per tutti coloro che riescono ad arrivare fino a questo punto a leggere questa piccola appendice, (forse interessati dai temi trattati e non annoiati dal nostro stile di scrittura a volte troppo discorsivo), ribadiamo che questo Dahlia's Journal non è considerato da noi stessi un blog divulgativo, non avendo noi né le competenze né la presunzione di insegnare qualcosa a qualcuno.
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*** BREAKING NEWS ***  Il Dahlia Studios disegna il marchio del più grande venditore sul mercato russo (Graphic Design)

10/12/2016

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La sfida che ha accettato il Dahlia Studios per la creazione del marchio del più grande venditore sul mercato russo è stata accolta concettualizzando un logotipo che rappresentasse prima di tutto  la forza del brand espressa dalla figura fisica del leader dei venditori, Telomeo Carlinfante.
Sarebbe risultato superfluo, strutturare un marchio classico e convenzionale per rappresentare un agente con esperienza trentennale sul campo  della vendita e con una esercizio ventennale sul mercato russo, divenuto con il tempo il leader nel settore.
Per questo motivo si è deciso di strutturare il marchio con la figura facciale opportunamente stilizzata del patron della Telomeo Carlinfante sales agency.
Un logo che in questo caso non ha la responsabilità di ispirare fiducia e superiorità rispetto  ad un altro marchio, piuttosto ha il dovere di essere un richiamo a qualcosa già conosciuta dal mercato, qualcosa di rassicurante e stabile, ovvero la capacità professionale di  Telomeo Carlinfante, espressa ovviamente dalla sua tipica espressione fisionomica facciale, rappresentante diretta del suo modo di fare della vendita un’arte a trecentosessanta gradi.

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Clicca sulla foto per vedere il progetto grafico

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*** BREAKING NEWS ***  Largo Sieber House (Interior Design)

10/5/2016

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Progetto di ristrutturazione di un edificio nel centro storico di Offida.
Aggiornamento fotografico delle fasi lavorative e dell’attività di cantiere.

Clicca sulla foto per vedere le foto

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Opera: STILL LIFE N°4

10/3/2016

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Tecnica: Olio su tela
Ubicazione: Collezione Privata
Dimensioni: 80,00 cm x 60,00 cm
Anno: 2013
Premi: -
Pubblicazioni: LIBURNI Arte e Cultura

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Critica: - Prossimamente -
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