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CARA DAHLIA VOGLIO INIZIARE A DIPINGERE – (Parte prima)

10/14/2016

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Pigmenti o Tubetti Commerciali?
​

Domanda che può risultare scontata ai profani dell’arte pittorica, ma non crediate che la maggioranza degli artisti che espongono nelle gallerie più prestigiose, si siano mai posti certi dilemmi!

Attualmente, fortunatamente per noi è sempre più facile possedere prodotti artistici di buona fattura, ma che purtroppo a volte rendono l’attività pittorica (non l’arte pittorica!) accessibile a tutti, e praticata anche da chi non ha niente da fare al di là di sprecare materiale artistico.

Ovvio quindi che la risposta alla domanda, diventa relativa alle vostre intenzioni:
- Siete tra quelli che con umiltà non si sentono artisti ma vogliono solo impegnare il proprio tempo libero praticando un ottima disciplina?  

- Siete tra quelli che si sentono artisti, che sono sicuri di saper fare arte e (non si sa per quale motivo) perdono tempo a leggere questo post?  

-Siete tra quelli che amano l’arte cosiddetta contemporanea, e che considerano la tecnica pittorica, i materiali e la ricerca, parte del passato?... <Faccio due schizzi astratti su una tela vecchia e bucata, pago il critico e in c**o a queste prosopopee da cariatidi!>

​ALLORA IN QUESTO CASO, LA MIGLIORE SCELTA SONO I TUBETTI COMMERCIALI…
​

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Al di la della tecnica che userete, optate per i tubetti, costano relativamente poco (se vi accontentate delle marche più commerciali), in alcune situazioni li utilizziamo persino noi!
Ci sono solo due appunti da fare. Il primo è che dovete scegliere i tubetti in base alla tecnica che volete fare (quindi non acquistate colori ad olio se volete fare dipinti acrilici, ci è capitato di vedere anche questo). Il secondo, è che vi consigliamo sempre di utilizzare la stessa marca di prodotto, soprattutto nei colori ad olio, quindi non mischiate colori di differenti marche.
Ogni casa produttrice ha le sue composizioni chimiche. Ci sono pittori che si definiscono professionisti, che questa cosa non la rispettano e si fanno spesso domande sul perché i loro dipinti hanno problemi cromatici o modificano nel tempo.

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Se invece come noi, siete mossi da un’indole artistica faustiana, allora vi chiediamo di non accontentarvi dei semplici tubetti commerciali.
LA MIGLIORE SCELTA PER VOI, SONO I PIGMENTI…
Dichiariamo sin da subito, che non sono di facile utilizzo, oltre che alle variabili applicative artistiche, entra nella loro applicazione le tante problematiche chimiche.
Sono ogni giorno sotto effetto di studi, nonostante molti pigmenti vantano secoli di storia ed applicazione. Hanno dei punti a sfavore dati dalla loro difficoltà di gestione, ma hanno moltissimi lati positivi, se si sa come utilizzarli e se siamo in grado di giorno in giorno di ampliare la nostra conoscenza nel loro utilizzo (nel nostro piccolo, nella sezione ART(Materials) di questo Journal, pubblichiamo periodicamente informazioni sui pigmenti più utilizzati).
Prima di tutto diciamo che hanno la virtù di essere universali, essendo la base di tutti i colori commerciali. Nel caso vogliate fare ad esempio opere acriliche, comperando tubetti, il primo passo è scendere “sotto casa” e acquistare i materiali. 

Il giorno che vorrete però cambiare tecnica, ad esempio, passare all’olio ad esempio, sarete obbligati a riacquistare tutta la schiera dei colori da capo. Questo da una parte non vi farà perdere tempo in studi a volte lunghi e faticosi, da una parte però avrete in giacenza tanti colori (tubetti) che spesso resteranno inutilizzati, seccheranno e quindi avrete sprecato materiale e soldi per il loro acquisto.
I pigmenti invece sono, come detto, universali. Le stesse polveri possiamo utilizzarle sia per autoprodurci colori per affreschi, per olio, acrilici, acquerelli, eccetera, addirittura (con le giuste inclinazioni) coloranti per tessuti. 

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L’autoproduzione oltre che permetterci di risparmiare ed evitare sprechi di materiale, ci permette anche di creare miscele di colori personalizzati, sfruttando unioni chimiche particolarmente azzeccate, così da avere luminosità cromatiche, che farebbero invidia a Cesare Mussini in persona.
I pigmenti possono essere inorganici, organici oppure prodotti sinteticamente. Ognuna delle tre categorie può e deve avere differente applicazione. Le miscelazioni sono infinite, e la chimica impone per alcune unioni molta attenzione e tanta conoscenza, per evitare problemi di modificazione cromatica, di resa e addirittura di salute per gli utilizzatori.
​
Ricordiamo che questo non è un blog ma un semplice diario delle nostre attività. Non abbiamo quindi l’arroganza e l’albagia di pretendere di insegnare qualcosa a qualcuno e non siamo nemmeno tenuti a dire tutto e subito. L’arte va gustata, e non vi è arte senza sperimentazione e studio. Non abbiamo fretta di auto proclamarci con termini odiernamente vuoti come “artista”.
Tutto sarà detto con la giusta maniera, a tempo debito e a chi sarà in grado di abbracciare la Dahlia unificatrice.

​*** Appendice ***
Dati statistici sostengono che un italiano su quattro non riesce a prestare attenzione ad una lettura di più di quattro righe e sappiamo che la metà dei 3/4 che continua a leggere, interrompe la lettura prima della fine; ciò nonostante per tutti coloro che riescono ad arrivare fino a questo punto a leggere questa piccola appendice, (forse interessati dai temi trattati e non annoiati dal nostro stile di scrittura a volte troppo discorsivo), ribadiamo che questo Dahlia's Journal non è considerato da noi stessi un blog divulgativo, non avendo noi né le competenze né la presunzione di insegnare qualcosa a qualcuno.
Da considerare più come un diario pubblico in cui decidiamo di appuntare periodicamente alcune teorie e piccole informazioni artistiche, estrapolate dai nostri diari privati, con l’unico fine di agevolare la nostra missione e al massimo risultare utile a qualcuno che sappia coglierle.
Con la speranza che lo si legga nella giusta maniera e non si rechi offesa a nessuno mai!


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