<Erano uomini> scriveva Lincoln Steffens <che non volevano un ufficio a meno che non fosse lassù dove l’aria è limpida e fresca, il panorama grandioso e stupendo, e dove c’è silenzio anche nel pieno dell’attività> |
Erano gli anni a cavallo tra la fine del 1800 e l’inizio del XX secolo, altri tempi direbbe qualcuno, tempi in cui vivere a centinaia di metri da terra poteva essere oltre che prestigioso anche conveniente. |
Cosa resta ora a distanza di centocinquanta anni circa, di quei privilegi assegnati a pochi?
Cosa riserverebbero oggi Daniel Burnham, John Root, Louis Sullivan e i più illustri architetti di quel tempo, ai loro migliori committenti?
Di certo non punterebbero ai migliori attici nei più alti grattacieli della città, perché saprebbero che il più alto grattacielo che costruirebbero oggi, perderebbe entro pochi anni il primato dell’altezza ed entro pochi decenni l’immaginaria prestigiosa solitudine che fece dei cieli di Chicago, un esempio da seguire per decenni.
A noi oggi non stupiscono le grandi città americane che continuano la loro vertiginosa corsa per guadagnare centimetri verso il cielo, non ci stupiscono nemmeno le nuove super city arabe a caccia di prestigio urbano, in rapida crescita, emulanti il modello americano che per anni è stato simbolo di maestosità e forza. |