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Paralipomeni alla vera tecnica dell'Affresco Storico - CROCE E DELIZIA FRESCHISTA - La CARBONATAZIONE

4/18/2016

2 Comments

 

Abbiamo parlato di affresco storico e abbiamo anche diffuso informazioni riguardo la carbonatazione, la peggiore “nemica” di questa affascinante tecnica, ma allo stesso tempo anche la “protettrice” dell’opera stessa, generata  da una tecnica che risulta ad oggi, (purtroppo) applicata solo da pochi.

La carbonatazione non è un problema che si risolve una volta per sempre (magari con l’aiuto di studi teorici), questa problematica è ricorrente e ci si deve misurare con essa ogni volta che vogliamo applicare la tecnica del VERO  affresco storico.
Il fresco, da non confondere con la più semplice e meno duratura pittura muraria, è una tecnica che consiste nel dipingere (utilizzando particolari pigmenti) sull’ultimo strato ancora fresco di intonaco.
Il colore applicato viene chimicamente assorbito e tramite la reazione di carbonatazione (che avviene nelle ore successive alla pittura) viene protetto da uno strato semi-cristallino che lo rende inattaccabile dai fenomeni naturali ed artificiali.
Esso sarà resistente al deterioramento e quindi più longevo di una semplice pittura muraria.

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La carbonatazione crea però due problematiche:

- Il primo problema è la velocità di esecuzione, in condizioni climatiche e di umidità normale l’intonaco è soggetto ad asciugarsi con poche ore (3-4 ore), alla scadenza di questo tempo, il colore che applicheremo non verrà assorbito e si depositerà sul nostro dipinto come una sottile polvere instabile.
Questo fenomeno non permette quindi all’artista di avere molto tempo per realizzare l’opera.
Si deve avere di conseguenza una tecnica decisa e rapida, che tramite accorgimenti ci permetterebbe di portare i tempi di pittura (pre-carbonatazione) a circa sette, massimo otto ore.
Per via di questi  periodi molto ristretti di realizzazione di un intero dipinto, risulta ovvia l’impossibilità di realizzare un’opera intera di svariati metri quadrati, con una sola seduta.
In  genere, si procede nella pittura di affreschi dividendoli in settori, chiamati tecnicamente “giornate”.
La composizione delle giornate ci restituirebbero l’intero dipinto, come se le se fossero i pezzi di un puzzle, da dipingere e via via da comporre.
Già questa prima problematica portava molti illustri artisti e geni del passato a non cimentarsi nell’affresco.
Il problema della velocità di esecuzione porta l’artista ad avere approcci totalmente differenti dalla classica pittura ad olio.

- La seconda problematica è data dalla modificazione cromatica.
La carbonatazione desatura le cromie, le riporta a livello di grigio nella post-carbonatazione. Per limitare questo problema il fresco in fase di esecuzione deve risultare molto più scuro e saturo. Questo a nostro avviso, è la difficoltà maggiore, poiché, la velocità si può affinare con la pratica, mentre la modificazione cromatica è ogni volta una battaglia a se. Saper padroneggiare i pigmenti e conoscere la loro modificazione cromatica è un buon punto di partenza, la prassi però è sempre differente, essendoci molteplici fattori ad inficiare con le nostre previsioni di modifica delle cromie (umidità del luogo, alcalinità del calcestruzzo ecc)

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​In conclusione possiamo riassumere che la buona riuscita di questo genere di opere dipende dal giusto equilibrio tra una buona tecnica svolta nel minor tempo possibile.
Una grande capacità tecnica che dipende dalla conoscenza dei materiali utilizzati e da un’ ottima esperienza che ci deve conferire doti previsionali di modificazione cromatica.

Cercare l’immortalità per le nostre opere diviene così un  viaggio duro, una sfida difficile, ma sicuramente affascinante e ricca di problematiche che per gli amanti della Dahlia è solo culto e lieta devozione.




​RIPRODUZIONE RISERVATA
Dahlia's Journal_©Copyright 2016 - All Rights Reserved


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2 Comments
ManNero
4/21/2016 05:50:10 am

Tecnica molto interessante, perfino per chi come me non conosce la procedura per realizzare un affresco.
volevo conoscere meglio questa tecnica e penso che in futuro pubblicherete altre informazioni. Per adesso ci tenevo a sapere che tipo di diluente utilizzate nella realizzazione e che soluzioni ci sono per risolvere il problema cromatico?

Reply
Dahlia Studios link
4/21/2016 06:02:02 am

Salve!
In futuro pubblicheremo tutto ciò che reputeremo utile pubblicare.
Ricordiamo che questo non è un semplice blog divulgativo, non avendo noi la presunzione di insegnare nulla a nessuno.
Consideriamo questo Journal come un vero e proprio diario che scriviamo in primis per noi stessi, in cui appunteremo quello che reputiamo utile rendere pubblico, il resto ovviamente rimarrà inedito e privato.

Riguardo le sue domande, alla prima rispondiamo che il diluente per fare un fresco è semplice acqua, magari mista a calce (latte di calce) per rallentare la carbonatazione (diremo di più prossimamente).
Utilizzando un diluente differente all'acqua la reazione di carbonatazione non avverrebbe e tutto sarebbe vano.
Per quanto riguarda la soluzione per colmare la modificazione cromatica, ci sono accorgimenti in fase di fresco, ma anche una tecnica aggiuntiva finale (a secco o semi-fresco) di cui parleremo in maniera approfondita nelle prossime pagine di Journal che tratteranno di affresco.

Grazie per l'interessamento!

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