Restyling totale della Slice House una villa a schiera rivisitata con l’uso di un design di lusso e l’utilizzo di tecnologie e sistemi costruttivi di ultimissima generazione. Duecentoquaranta metri quadri, suddivisi in quattro piani, di cui tre fuori terra e uno seminterrato, dove il comfort fa da padrone. I primi due livelli (seminterrato e piano terra) accolgono l’ampia zona giorno, mentre gli ultimi due piani, la zona notte. Progettata con l’uso di cromie chiare sfruttando la “scala dei bianchi” e legni chiari di rovere decape sbiancato, permettendo un equo rimbalzo di luce in tutte l’ampiezza del fabbricato residenziale.
RIPRODUZIONE RISERVATA Dahlia's Journal_©Copyright 2020 - All Rights Reserved Pubblicato il nuovo interno di design. Sale e cioccolato sono i due elementi che rappresentano la nuova ristrutturazione totale di una residenza che si estende su tre piani fuori terra, situata sulla parallela del tratto storico del lungomare di Grottammare (AP). ![]() Il sale e il cioccolato evocano un ambiente di alto design targato Dahlia Studio, progettato nei dettagli per donare ai fruitori di questi spazi minimi, un alto coefficiente di comfort, sia visivo che funzionale.
Le pareti interne riservano delle cromie sui toni bruni del cioccolato per riscaldare l’ambiente dagli arredi minimali e liliali, così come l’impianto illuminotecnico che genera una luce accogliente ma stilisticamente moderna. L’esterno viene tutto rivisitato, seppur si impegna a mantenere i tratti tipici del luogo, integrandosi in un contesto storico che si sposa con l’atmosfera marina, tipica della città di Grottammare. RIPRODUZIONE RISERVATA Dahlia's Journal_©Copyright 2019 - All Rights Reserved Pubblicato il tour virtuale del nuovo interno di design. Osserva e vivi il bellissimo attico di design, locato al centro storico di Offida. Testa la realtà virtuale ultra realistica del Dahlia Studio visitando le nostre sedi, saremo lieti di immergervi nel progetto virtuale.
Clicca sulla foto precedente per visionare il tour virtuale o contattaci per vivere la Virtual Reality in prima persona. Un vecchio casolare, massiccio e imponente, immerso nelle colline picene e visibile dallo skyline della citta di Offida, riprogettato per diventare uno spazio di accoglienza confortevole e lussuoso. Il progetto prevede il restyling sia degli interni che dell’outdoor esterno. L’utilizzo del colore, dei dettagli e del lightdesign fanno sì che il nuovo edificio, sia più integrato nel contesto naturalistico, nonché più confortevole ed accogliente, rispetto alla struttura originaria. Un residence unico nel suo genere, con numerosi mini appartamenti di design, con vista mozzafiato al borgo storico-medievale di Offida e al circostante pittoresco paesaggio piceno. Esterni progettati con tutti i confort possibili: piscina semi coperta fruibile anche nei mesi invernali, spazi gioco per i bambini, spazi barbecue per feste all’aperto, orti a chilometro zero e oltretutto un bellissimo parco bau, posto ad una quota inferiore rispetto al piano terra dell’edificio. Una struttura adatta a tutti, accogliente ma soprattutto innovatrice, progettata per soddisfare tutti i bisogni dei proprio ospiti, mantenendo un alto profilo di confort e di benessere estetico e funzionale.
RIPRODUZIONE RISERVATA Dahlia's Journal_©Copyright 2019 - All Rights Reserved Appena tornati da un meeting di due giorni ad invito, organizzato da SIMES S.p.A. e Agenzia Marozzi lighting. Oltre alla visita dello stabilimento produttivo e delle novità 2019, ci siamo immersi nel mondo SIMES anche grazie al seminario “REGIE DI LUCE” di light design organizzato all’interno del complesso produttivo SIMES! A concludere la due giorni di design e luce, abbiamo avuto una dimostrazione dell’utilizzo dei prodotti SIMES nella Cantina Cà del Bosco, dove il light design è stato studiato e progettato con sapienza, sia all’interno che all’esterno del complesso vitivinicolo. Seguono alcune foto dell’evento Ringraziamo SIMES S.p.A. e Marozzi Lighting per l’invito e per la possibilità di vedere in prima persona una delle eccellenze italiane in tema di design. Restyling di un attico di un palazzo storico incastonato all’interno di un borgo medievale. Pavimenti lignei di pregio storico recuperati, a cui sono state abbinate due soluzioni di design degli interni, dove l’open space d’ingresso diviene la zona living dell’appartamento. La Cucina è progettata a penisola, così da non intaccare l’apporto luminoso derivante dalle numerose aperture finestrate. La bellissima vista verso il Monte Ascensione viene avvalorata dalla scelta cromatica degli interni sobri, che donano, in entrambe le soluzioni un tocco di eleganza all’attico di valore storico! RIPRODUZIONE RISERVATA Dahlia's Journal_©Copyright 2019 - All Rights Reserved In attesa dei nuovi progetti che saranno sviluppati, rifiniti e pubblicati nella prossima stagione, rilasciamo i migliori progetti realizzati fino ad ora in realtà virtuale, da scaricare gratuitamente e da vivere con gli appositi visori oculari. Una realtà virtuale che oggi è in continua evoluzione, cerchiamo sempre di ampliare e rendere via via più realistica, grazie ad Unreal Engine (motore grafico da noi amato), ai numerosi tool e i tanti collaboratori che in questi due anni abbiamo conosciuto e coinvolto nel team di sviluppo. Rising Church Day : Link progetto
https://drive.google.com/open?id=0B44s4sj4TN_BdDJUYjlsTE5CTTg Rising Church Night: Link Progetto https://drive.google.com/open?id=0B44s4sj4TN_BLUtLUUpWd290Q2s SambUrban House: Link Progetto https://drive.google.com/open?id=0B44s4sj4TN_BaXVfQ3BNbXZqUkE Green Quake Centre: Link Progetto https://drive.google.com/open?id=0B7Ir8D-74C-deVBXMThzSGJwczg Vitual Showroom: Link Progetto https://drive.google.com/open?id=1NGgjPtnLXTtFLIVhFDiX4ZEdiirYxE_j Tokio Dream: Link Progetto) https://drive.google.com/open?id=1xdlU_p-vM0HHBrG8wrdroGb8oSkBoVyg Nuclear Blues: Link Progetto https://drive.google.com/open?id=1CmwX1DAG7Rv2q0KhQfJaUuDz0cTDir1m Metamorphosis House: Link Progetto https://drive.google.com/file/d/1tZpJo6QpesjkDHaoAvVez5ypzYjwJQBZ/view Doggrey night: Link Progetto https://drive.google.com/open?id=1kzJxMpfAfl_PzeSwTyx_7IDh919Xfd8h *** PER TUTTI COLORO CHE NON POSSEGGONO UN VISORE PER REALTA’ VIRTUALE, SAREMO LIETI DI OSPITARVI NEI NOSTRI STUDI, PER FARVI VIVERE QUESTI PROGETTI IN VIRTUAL REALITY*** P.S. I progetti sono gratuiti, possono essere diffusi liberamente. Tuttavia è vietato alienarne i contenuti e/o diffonderli con scopo di lucro. Negli anni Cinquanta venne introdotta una classe di pigmenti del tutto nuova: i composti organici riccamente colorati e altamente stabili detti quinacridoni. Sono “veri pigmenti organici” solidi polverizzati simili a minerali macinati, ma composti soltanto da molecole organiche. I primi veri pigmenti organici basati su sali di azocoloranti risalgono di fatto al 1880-1890. Poiché questi composti organici colorati non dovevano essere uniti a particelle inorganiche per ottenere lacche pigmento, divenne possibile applicare alla loro manifattura la “sintesi di colore” sempre più razionale che si era evoluta dall’industria dei coloranti sintetici. Il primo azopigmento, il giallo tartrazina, fu brevettato nel 1884. Ai chinacridoni, scoperti nel 1896, occorse molto più tempo per affermarsi come pigmenti. Nel 1935 un chimico tedesco di nome H. Liebermann, sintetizzò il primo chinacridone adatto a essere usato come pigmento, ma solo vent’anni più tardi negli Stati Uniti i chimici della DuPont cercarono di produrne su base industriale.
Questi pigmenti cominciarono ad essere venduti dal 1959, in una gamma di colori dal rosso arancio al violetto; ben presto vennero adottati dagli espressionisti astratti di New York, che ne accolsero con gioia le forti tonalità, e tuttora molte vernici per Belle Arti sono colorate con chinacridoni. Si è molto dibattuto sul divieto totale di utilizzare cadmio nelle vernici: non è ancora chiaro se verrà reso operativo, ma in questo caso i chinacridoni saranno i sostituti più promettenti. Sinonimi: - Inglese: Quinacridone Nomi Antichi: - ***(((Informazioni sui materiali in continuo AGGIORNAMENTO)))*** RIPRODUZIONE RISERVATA Dahlia's Journal_©Copyright 2019 - All Rights Reserved Spesso erroneamente si pensa che la composizione architettonica in grandi spazi sia più ardua e difficoltosa che quella fatta in spazi minimi e ristretti…altre volte si sottovalutano le potenzialità architettoniche degli edifici e delle abitazioni che hanno poco spazio a disposizione, finendo per trascurare la progettazione degli interni. Existenzminimum, l’avrebbero definita all’inizio del 20° secolo, ovvero il minimo di sussistenza come mezzo necessario per soddisfare le necessità materiali per sopravvivere fisicamente. Oggi con la tecnologia e con delle scelte stilisticamente e cromaticamente oculate, si possono e si devono realizzare spazi confortevoli anche in situazioni di scarsa metratura disponibile. Molti architetti hanno dato adito nell’ultimo secolo a differenti teorie per la progettazione in location con spazi minimi. Noi crediamo che la migliore progettazione venga da un’attenta analisi preliminare, degli spazi da progettare, del contesto esterno culturale che accoglierà tali spazi e soprattutto dei fruitori della location stessa. In questo progetto ci siamo prodigati per realizzare lo spazio più confortevole possibile, nella misura minore immaginabile (burocraticamente) per una residenza in Italia.
Spazi calibrati al centimetro per creare una zona living ampia e luminosa, grazie anche alla scelta dei colori in differenti tonalità di bianchi. I Legni chiari donano un’atmosfera rilassante e naturalistica, avvalorata anche dai mattoncini a vista tinteggiati anche essi in liliali tonalità. La camera e soprattutto il bagno riescono anch’essi ad essere molto comodi, grazie all’utilizzo di un design minimale di ultima generazione, che permette di godere di pezzi di alta fattura disegnati per essere installati in ambienti in cui si ha poco spazio a disposizione, ma si vuole ottenere un grande risultato a livello stilistico e di confort. La parete adibita a libreria (nei render), può ospitare anche una cucina che renderebbe l’abitazione totalmente utilizzabile e autonoma sotto ogni punto di vista. RIPRODUZIONE RISERVATA Dahlia's Journal_©Copyright 2019 - All Rights Reserved L’Outdoor numero 3 (Tropical), è il primo di tre progetti di outdoor appositamente progettati per una nota azienda che realizza scenari e scenografie legate al mondo del benessere e del wellness. Lo scenario numero tre, nello specifico, è stato progettato per essere realizzato in una spiaggia tropicale in Vietnam. Questo spazio coperto di circa 300 metri quadrati totalmente fruibile dalla spiaggia, ospiterà degli spazi per il fitness e accoglierà anche una grande varietà di attività all’aperto (corsi e saggi sportivi e di danza) La struttura lignea di tale impianto, vuole ricordare il portamento scostante delle Arecaceae Palmae, tipologia di palme tropicali ad alto fusto, tipiche del luogo.
La struttura composta da sette campate a forma di “V”, sono collegate tra di loro mediante dei teli semi permeabili ed ombreggianti, così da creare un’unica istallazione totalmente coperta e totalmente removibile. Gli altri due scenari (il numero 1 e il numero 2) saranno realizzati appositamente per una location rurale in Toscana e l’altro per un belvedere nel sud Italia. RIPRODUZIONE RISERVATA Dahlia's Journal_©Copyright 2019 - All Rights Reserved Paralipomeni alla vera tecnica dell’Affresco Storico L’ultima fase da eseguire se si vuole realizzare un affresco duraturo e visivamente notevole, è in realtà una fase di pittura “a secco” che si realizza utilizzando particolari “elementi” e materiali, che permettono di “chiudere” il dipinto e donargli un ulteriore strato finale protettivo e lucidante, chiamato tecnicamente encausto. Notifichiamo da principio che tale fase non è indispensabile, un vero affresco ben eseguito non ha bisogno di una verniciatura a secco finale, ma noi la consigliamo vivamente poiché permette essenzialmente di correggere le modificazioni cromatiche causate dalla carbonatazione e ci permette di rendere più corpose le tonalità dell’opera finita. I soliti cenni storici ci rivelano che i Romani usavano rivestire l'affresco con uno strato di cera mescolata con olio seccativo o volatile. Su diversi affreschi del Cinquecento è stata passata una mano di cera a guisa di vernice finale. Leon Battista Alberti consiglia una mano di mastice sciolto in cera e olio, facendolo penetrare con una fonte di calore. Diverse e illimitate applicazioni fanno dell’affresco la tecnica più complessa ma affascinante, noi come sempre riveliamo alcune informazioni del nostro procedimento, che oltretutto è in continua evoluzione e sperimentazione. Consigliamo inizialmente di sperimentare la tecnica con una semplice miscela di cera d’api Toscana e acquaragia mischiata a un dipresso in rapporti 1:2.
Il tutto deve essere scaldato a bagnomaria per rendere i grani di cera solubili nel diluente (evitate di scaldare a fiamma viva, per non rischiare inutili incendi). Questo fluido deve essere usato come veicolo degli stessi pigmenti per realizzare le ultime velature sull’affresco, ovviamente asciutto e dopo aver compiuto la fase di carbonatazione. Reintegrare le parti di colore alienate dal processo chimico è lo scopo principale di questa tecnica. Successivamente si procede con velature lievi per imprimere carattere al dipinto. Si può ad esempio dare più carattere ai chiaro-scuri o ai contrasti di luce e ombra facendo risaturare colori che nella carbonatazione avevano subito l’ingrigimento. L’encausto tende ad asciugarsi molto velocemente, essendo il diluente in genere molto volatile che permetterebbe alla cera di risolidificare con rapidità. Tuttavia noi consigliamo di attendere le solite 24 ore, per procedere alla lucidatura finale, tramite sfregamento vigoroso ma attento dell’encausto con panni di lana. Per una buona penetrazione dell’encausto nelle parti porose del tonachino affrescato è anche consigliato tenere calda costantemente la miscela di cera d’api e diluente. Riguardo ai consigli mirati di penetrazione tramite calore dell’encausto, enunciati da Vitruvio e Gian Battista Alberti, stiamo studiando tecniche non convenzionali che per il momento lasciamo scritte nei nostri diari privati in attesa di conferme pratiche più soddisfacenti. RIPRODUZIONE RISERVATA Dahlia's Journal_©Copyright 2019 - All Rights Reserved La Stone House, la residenza monofamiliare che andrà ad edificare l’omonimo quartiere (Stone District), sorge come un’opera integrata nel contesto paesaggistico in cui verrà edificata.
Tramite l’utilizzo della pietra in facciata e del tetto verde sulla copertura (realizzato mediante moduli prevegetati), la residenza avrà l’onere di apparire esternamente come un edificio tradizionale integrato con il contesto ambientale, ma allo stesso tempo, grazie alla particolare conformazione del design architettonico, donerà il massimo comfort all’abitazione. I prospetti dell’edificio vogliono creare un contrasto tra la pesantezza della pietra e la leggerezza del vetro. Il prospetto principale di ingresso è una dimostrazione concettuale che l’edificio in pietra viene ideologicamente squarciato e si apre per accogliere gli ospiti e i residenti della casa, generando un delta in pianta, totalmente vetrato a livello di prospetto. Questo ingresso permette di immettersi direttamente nella zona living della casa che si apre sull’asse nord sud, creando due ali laterali (est e ovest) che accoglieranno la zona notte dell’abitazione. Nel lato nord della residenza che apre verso il paesaggio tutto il lato lungo della zona giorno, è presente anche un portico utile nelle serate estive per ospitare cene o eventi all’aperto, avvalorato anche dall’ampia piscina che guarda verso il paesaggio offidano. |
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